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22 febbraio 2023

Armi in dotazione alle Forze Armate

 


Armi in dotazione alle Forze Armate Italiane
(COMSUBIN: le armi in dotazione al GOI (Gruppo Operativo Incursori)





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ESERCITO ITALIANO

Fucile ARX 200


Il fucile ARX 200 è un sistema d’arma di nuova generazione che offre performance balistiche elevate ed il suo impiego è rivolto a tiratori esperti.
La carcassa del fucile, in alluminio anodizzato e sovrastampata con tecnopolimero nella parte centrale e posteriore, offre caratteristiche di robustezza, leggerezza ed ergonomia, mirate a favorire l’handling e le posizioni di tiro specifiche per l’impiego a lunga distanza.
L’arma è integrata dall’ottica ICS (Innovative Combat Sight) STEINER che consente il calcolo automatico del punto di impatto con compensazione balistica in funzione della distanza del bersaglio e del munizionamento utilizzato.



Mitragliatrice media MG 42/59 cal. 7,62 mm



La mitragliatrice bivalente MG 42/59 è un’arma automatica di reparto a corto rinculo di canna con chiusura geometrica a rulli.
Può essere impiegata sia con bipiede come arma d'accompagnamento sia con treppiede come mitragliatrice media d'appoggio, installata su veicoli come arma singola di bordo o come arma coassiale.

Caratteristiche e prestazioni principaliCalibro 7,62x51 mm NATO
​Peso 10.5 kg
Lunghezza 1.225 mm
Celerità di tiro 750 – 900 colpi/minuto
Alimentazione nastro (cassetta da 250 colpi)
Tiro utile 400 - 500 m circa (su bipiede); 800 - 1.000 m circa (su treppiede)

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Armi da Guerra




Italia bugiarda, ripudia la guerra ma vende armi per 54 miliardi di euro.

    Nata alla fine degli anni ’80 all’insegna della «trasparenza» e della «correttezza», dopo venticinque anni la legge n. 185 del 9 luglio del 1990 sul commercio delle armi all’estero è diventata l’esatto opposto. Le regole non vengono rispettate, il traffico delle armi dall’Italia ormai è totalmente fuori controllo e le autorizzazioni sono spesso difficili da controllare. I motivi sono molteplici, tra gli interessi della ricca lobby delle armi italiana fino alle banche che incassano ingenti guadagni dall’intermediazione delle vendite. È questo il filo conduttore per capire la relazione che la Rete Italiana per il Disarmo ha presentato il 9 luglio a Roma. Si tratta del primo bilancio di un quarto di secolo di esportazioni dell’industria armiera italiana, tra le numero uno al mondo. Analisi che permette di vedere come gli ultimi governi non abbiano fatto altro che aggirare possibili modifiche alla normativa, lasciando tutto inalterato. 
E se alla fine degli anni ’70 e ’80 il problema era la totale noncuranza sui Paesi a cui venivano vendute le armi, in barba a ogni possibile rispetto dei diritti umani, lo stesso problema sembra porsi oggi. Con un governo e un Parlamento ancora incapaci di controllare i traffici dal nostro Paese verso Stati in conflitto. Basta guardare i numeri e i dati per notare come ad un aumento delle tensioni in Medio Oriente corrisponda l’incremento dell’esportazione di armamenti verso paesi come Algeria o Libia.
Eppure la 185 prevedeva il divieto di esportazione di armamenti verso Paesi in stato di conflitto armato, o paesi la cui politica contrasta con l’articolo 11 della Costituzione italiana, quello secondo cui «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo». Le cose sono andate diversamente. 
Dalle analisi del gruppo di lavoro dell’Archivio Disarmo (costituito da Luigi Barbato, Laura Zeppa e Maurizio Simoncelli) con Giorgio Beretta di Opal e il coordinatore Francesco Vignarca, emerge una semplice domanda. «L’esportazione dall’Italia di armamenti è stata effettuata dai vari governi con rigore? A giudicare dai numeri è lecito sollevare più di qualche dubbio. In questi 25 anni, infatti, i sistemi militari italiani sono stati esportati a ben 123 nazioni, tra cui alle forze amate di regimi autoritari di diversi paesi come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, l’Egitto, la Libia, la Siria, Kazakistan e Turkmenistan, a paesi in conflitto come India, Pakistan, Israele ma anche la stessa Turchia, fino a paesi con un indice di sviluppo umano basso come il Ciad, l’Eritrea e la Nigeria. Che tipo di controlli siano stati messi in atto sull’utilizzo da parte dei destinatari finali non è però dato di sapere».
I numeri fanno impressione. «Nel corso di questi 25 anni sono state autorizzate esportazioni dall’Italia, in valori costanti, per oltre 54 miliardi di euro e consegnati armamenti per più di 36 miliardi con un trend decisamente crescente nell’ultimo decennio». Non solo. «In particolare, più della metà (il 50,3%) delle esportazioni ha riguardato paesi al di fuori delle principali alleanze politico-militari dell’Italia e cioè i paesi non appartenenti all’UE o alla Nato: un dato preoccupante se si considera che – secondo la legge 185/1990 – le esportazioni di armamenti «devono essere conformi alla politica estera e di difesa dell’Italia».
Ma ancora più preoccupanti sono le zone geopolitiche di destinazione. «Se primeggiano i paesi dell’UE (più di 19,4 miliardi di euro pari al 35,9 per cento), sono però di assoluto rilievo anche le autorizzazioni per esportazioni di sistemi militari verso le aree di maggior conflittualità del mondo come i paesi del Medio Oriente e Nord Africa (MENA) che nell’insieme superano i 12,5 miliardi di euro (23,2 per cento) e dell’Asia (8,3 miliardi pari al 15,4 per cento).
Ai paesi del Nord America sono stati esportati armamenti per 5 miliardi (9,3 per cento) mentre ai Paesi europei non-Ue (tra cui la Turchia) materiale per oltre 3,8 miliardi (7,1 per cento). Minori, ma non irrilevanti, anche le autorizzazioni che riguardano i paesi dell’America Latina (2,4 miliardi pari al 4,5 per cento), dell’Africa subsahariana (oltre 1,3 miliardi pari al 2,4 per cento), tra cui soprattutto Sudafrica e Nigeria. Ma c’è anche l’Oceania (1,1 miliardi pari al 2,1 per cento). E proprio verso le zone di maggior tensione del mondo, come i paesi del Medio Oriente e del Nord Africa, sono andate crescendo negli ultimi anni le esportazioni».

A cura di: Giorgio Beretta di Opal Brescia


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Vestiario


Il vestiario del Soldato Sicuro è costituito da diversi pacchetti che garantiscono un adeguata protezione nelle diverse situazione climatiche ed operative. I capi sono studiati con materiali leggeri, traspiranti e anti umidità che migliorano il comfort.
Gli indumenti sono distribuito nella versione “base” e nella versione “Flame Resistant”.

Giubetto antiproiettile


Il giubbetto assicura la protezione del soldato ed è indossabile con facilità al di sopra dell'uniforme di servizio e combattimento.
Grazie alle diverse possibilità di regolazione, assicura la libertà di movimento e l’impiego in modo efficace delle armi individuali e di reparto.
Al fine di consentire un’agevole e rapida rimozione del manufatto nel caso di primo soccorso ed evacuazione dei feriti, il giubbetto è dotato di un dispositivo che consente la scomposizione rapida (quick release) e la successiva ricomposizione.


Elmo



L’elmetto balistico garantisce la protezione della fronte, della regione temporale, della nuca e delle orecchie.
Assicura inoltre un'ottima visibilità periferica e l’indossabilità per un lungo periodo di tempo.
I rigonfiamenti delle zone auricolari, con gli spigoli arrotondati, forniscono la necessaria rigidità laterale ed un naturale alloggiamento per le cuffie dei sistemi di comunicazione.


Tactical Mobility-Night Vision Goggle


​Il TM-NVG (Tactical Mobility-Night Vision Goggle) è un sistema binoculare di visione notturna ad Intensificazione di Luce (IL) ad elevate prestazioni, che consente la mobilità del soldato in condizioni operative estreme.)

SDR


​La SDR HH EVO in dotazione ai reparti della Forza Armata è una radio multibanda basata su tecnologia Software Defined Radio in grado di fornire servizi voce e dati sicuri idonei a soddisfare stringenti requisiti operativi.)


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Fucile da cecchino AWM nero, armi, binocolo, L96A1, militare


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Lessico Militare

Armata: Grande unità organizzata in genere solo in caso di guerra, articolata in uno o due corpi d’armata, cha ha la capacità di condurre autonomamente una battaglia offensiva o difensiva.

Aviolancio: Lancio di personale o materiali da un velivolo in una zona di lancio in prossimità delle linee nemiche. Nell’ambito dell’Alleanza atlantica il termine viene inoltre tradotto con l’inglese paradrop, con cui s’intende il lancio da velivolo ad ala fissa mediante l’impiego di paracadute. In entrambi i casi la sigla impiegata nella documentazione militare italiana è avic. In base alla velocità di caduta e all’utilizzo o meno di paracadute l’aviolancio si distingue in aviolancio a bassa velocità, quando cioè la velocità di caduta di personale o materiali non supera i 30 piedi al secondo (locuzione che corrisponde all’inglese low velocity drop); aviolancio ad alta velocità, quando la velocità di caduta supera i 30 piedi al secondo (corrispondente in questo caso all’inglese high velocity drop); aviolancio in caduta libera, quando si tratta di lancio di mate-riali effettuato a bassissima quota senza l’ausilio di paracadute.

Battaglione: Unità organica dell’esercito formata da un numero variabile di compagnie, corrispondente al gruppo nelle armi di cavalleria e artiglieria. […] Numericamente il battaglione varia a seconda dell’arma: i battaglioni di fanteria comprendono ad esempio tre o più compagnie per un totale di 500-1000 uomini, mentre i battaglioni di carristi, anch’essi divisi in tre compagnie, sono formati da un totale di 30-50 carri. Il battaglione è in genere comandato da un tenente colonnello (che, come dice il nome, fa le veci del colonnello, sottolineando con ciò la temporaneità originaria della struttura ordinativa). Nella documentazione italiana viene anche indicato con la sigla btg.

Batteria: Unità fondamentale dell’arma dell’artiglieria. È formata da un numero variabile di bocche da fuoco o lanciarazzi (in genere compreso fra due o sei), dal personale addetto, dalle munizioni e dai mezzi di trasporto relativi (in questo caso il trasporto ne qualifica il tipo: someggiata, ippotrainata, autotrainata, aviotrasportata, ecc.). è composta in genere da due o più sezioni e forma, insieme a elementi dello stesso tipo, un gruppo. Nella terminologia delle Forze armate italiane, viene anche indicata con la sigla btr.

Brigata: La brigata costituisce la più piccola delle Grandi Unità elementari poliarma, formata da reparti di Fanteria, Artiglieria, Genio, Trasmissioni e Servizi e può configurarsi in modo diverso a seconda che sia costituita da truppe appartenenti a specialità particolari, oppure formata da reparti provvisti di specifici mezzi di trasporto (brigata meccanizzata, brigata alpini, brigata paracadutisti, ecc.). Le Brigate vengono raggruppate in coppia in divisioni e possono dipendere direttamente dal comando di Corpo d’Armata oppure dal comando militare territoriale della Regione militare. Nella documentazione ufficiale delle Forze armate italiane viene indicata con la sigla B.

Caposaldo: Struttura fissa che costituisce il punto chiave della difesa tipica della guerra di manovra (periodo successivo alla Prima guerra mondiale). Costituito prevalentemente da un elemento statico presidiato da unità di dimensioni variabili (dalle dimensioni di un plotone, fino a quelle di un battaglione) appoggiato da lavori di fortificazione di carattere temporaneo o permanente e protetto da una serie di altre posizioni che ne garantiscono la copertura (spesso capisaldi a loro volta), il caposaldo può costituire nell’insieme una struttura unitaria dotata di una propria autonomia tattica e in un settore operativo predeterminato, oppure da una struttura formata da elementi minori (capisaldi anch’essi) cooperanti fra loro. Nella documentazione militare italiana viene anche indicata con la sigla cps.

COMSUBIN: Sigla di COMando SUBacquei INcursori. Reparto di forze speciali della Marina Militare Italiana con sede a Varignano (SP) specializzate in infiltrazione oltre le linee avversarie per via marina, sottomarina o elitrasporto, colpi di mano in ambienti marini e costieri e operazioni di liberazione ostaggi. È articolato in tre gruppi: il COI (Gruppo Operativo Incursori), il GOS (Gruppo Operativo Subacquei) e il Gruppo Navale Speciale, oltre a una componente scuola e a un Ufficio studi. Il COMSUBIN dipende direttamente dal Capo di Stato Maggiore della Marina.

COMSUP: Sigla di COMando dei SUPporti al combattimento e logistici. Comando di supporto logistico e al combattimento per le forze operative terrestri che fa parte dell’organizzazione operativa dell’Esercito Italiano.

Corpo d’Armata: Grande Unità complessa formata da un numero variabile di Grandi Unità elementari (divisioni) e di unità di supporto (in genere delle dimensioni di una brigata), avviata a condurre una manovra tattica nell’ambito dello sviluppo della battaglia. È comandato da un tenente generale e costituisce l’articolazione di un’armata. Nella documentazione militare italiana viene indicata con la sigla C.A.

Compagnia: Complesso minore di forze idoneo all’esecuzione di tutti gli atti tattici elementari di combattimento, che è responsabile della disciplina amministrativa e addestrativa di base delle armi di Fanteria, del Genio, delle Trasmissioni e dei Carabinieri. Costituita attualmente da 100-200 uomini, a seconda della specialità divisa in plotoni, è normalmente inquadrata da due o più ufficiali subalterni sottocomando di un capitano. Corrisponde ornativa-mente allo squadrone di cavalleria e alla batteria dell’ artiglieria. Una seri di compagnie forma un reggimento. In base alle specifiche funzioni che essa svolge viene indicata come compagnia fucilieri, compagnia controcarri, compagnia comando e servizi ecc. Nella documentazione ufficiale delle Forze armate italia-ne viene indicata con la sigla cpg.

Divisione: La divisione opera autonomamente a livello tattico ed è composta da un numero variabile di brigate o reggimenti a seconda del tipo di raggruppamento scelto dalla dottrina militare (cioè monoarma nel caso dei reggimenti e pluriarma per le brigate), di unità di supporto al combattimento, di unità di sostegno logistico e di unità di manovra. Formata da un numero variabile di uomini (in genere compreso fra le 15 000 e le 25 000 unità), dipende dal Corpo d’Armata o dall’armata ed è comandata da un ufficiale con il grado di maggiore generale o equivalente. Nella documentazione militare italiana viene indicata con la sigla D.

Genio: Componente militare specializzata in quell’insieme di attività tattiche denominate mobilità, contromobilità e protezione, cioè la costruzione di strade, di ponti, di fortificazioni, di ostacoli, nonché l’esecuzione di opere di sminamento o di approntamento di campi minati in diretto supporto alle forze dell’esercito o l’utilizzo di armamenti di particolare pericolosità come i lanciafiamme, gli esplosivi, ecc. Il Genio è diviso in specialità, spesso addestrate come unità di élite (il cosiddetto Genio d’assalto) proprio per poter operare in diretto contatto o addirittura davanti alle truppe più avanzate (è questo ad esempio il caso del Genio pontieri.

Genio aeronautico: Corpo dell’Aeronautica Militare Italiana che sovrintende all’efficienza dei mezzi e delle infrastrutture aeronautiche. A esso spetta la supervisione dell’armamento, della progettazione, della costruzione e dell’allestimento dei materiali aeronautici di ogni genere, compresi gli aeromobili e gli immobili dell’Aeronautica Militare, nonché tutte le attività di collaudo e di manutenzione del materiale aeronautico.

Genio ferrovieri: Specialità del Genio che ha la responsabilità di eseguire la manutenzione dei raccordi e delle tratte ferroviarie militari, del montaggio/smontaggio dei piani caricatori presso le stazioni ferroviarie, nonché l’approntamento di ponti e stradali e ferroviari. Compito del Genio ferrovieri è inoltre quello di inviare personale in appoggio alle Ferrovie e di gestire alcune linee ferroviarie. […] Nella documentazione militare italiana viene anche indicato con la sigla g.fv.

Genio navale: Corpo della Marina militare che ha la responsabilità sull’efficienza dei mezzi e delle infrastrutture navali. Il Genio navale si occupa dell’armamento, della progettazione, della costruzione e dell’allestimento dei materiali navali di qualsiasi genere, comprese le unità e gli immobili della Marina Militare, nonché di tutte le attività di collaudo e di manutenzione del materiale navale.

Grande Unità: Insieme di unità che fanno parte delle varie Armi, poste sotto un comando unico e dotato di autonomia tattico-logistica. Nella documentazione militare italiana viene indicata con la sigla G.U.

Gruppo: Complesso tattico pluriarma formato da un reparto delle dimensioni di un battaglione/reggimento insieme ad altre unità di supporto (batterie d’artiglieria, unità del genio, dei trasporti, delle trasmissioni, ecc.) posto sotto il comando unico di un ufficiale con il grado di tenente colonnello o colonnello. Più specificatamente il gruppo può essere indicato facendo riferimento alle caratteristiche dell’arma di base (fanteria meccanizzata, corazzata, alpina, ecc.). Viene anche detto gruppo tattico e corrisponde alla task force della Marina. Nella documentazione militare italiana viene indicata con la sigla gr.

Guerriglia: Attività di lotta armata condotta da truppe regolari o irregolari (militari o paramilitari) entro il territorio controllato dal nemico, usufruendo di un appoggio almeno limitato della popolazione civile. Le attività di guerriglia si sviluppano prevalentemente mediante azioni limitate, volte a logorare le forze avversarie, sfruttando per questo la sorpresa e la rapidità di esecuzione ed evitando sempre il confronto con forze superiori in battaglie campali o in azioni di guerra d’attrito. Le azioni di guerriglia vengono in genere effettuate contro avamposti, piccoli reparti in transito o contro le linee di comunicazione nemiche, ed eseguite mediante temporanee concentrazioni di forze seguite da rapide dispersioni sul territorio, sfruttando per questo le caratteristiche del terreno o la presenza della popolazione civile. La guerriglia è caratterizzata da una serie di attività finalizzate alla sovversione dell’ordine costituito o del governo attualmente in carica per questo esercitate contro le forze armate o i corpi armati dello Stato che essa intende sovvertire. Queste caratteristiche la distinguono in certo qual modo dalla cosiddetta guerra partigiana che, sebbene venga anch’essa esercitata con le stesse tecni-che e modalità operative, è finalizzata principalmente (anche se non esclusiva-mente) alla distruzione e/o all’espulsione delle Forze armate di un eventuale esercito invasore dal territorio nazionale. Nella documentazione militare italiana viene anche indicata con l’abbreviazione gue.

Linea Gotica: Linea approntata dalle forze germaniche in Italia durante la Seconda guerra mondiale (in particolare fra l’agosto del 1944 e l’aprile del 1945), per prevenire l’entrata delle forze alleate nella pianura padana. La linea, che in realtà era costituita da una fascia territoriale di una certa profondità, congiungeva la zona posta a nord di Viareggio con quella di Rimini.

Linea Gustav: Linea approntata dalle forze tedesche in Italia durante la Seconda guerra mondiale (fra il 31.12.1943 e il maggio 1944) per rallentare l’avanzata delle forze alleate. La linea comprendeva Montecassino e, lungo il fiume Sangro, giungeva all’Adriatico controllando le due linee di avanzata: quella lungo la valle del Liri e la strada Adriatica.

Medaglia: Decorazione in forma di medaglia assegnata a ufficiali o soldati, oppure a reparti militari distintisi per particolari atti di valore compiuti in combattimento (medaglia al valor militare). A seconda dell’importanza dell’atto la medaglia può avere valore diverso (simbolizzato mediante l’uso di materiali differenti, oro, argento o bronzo). Decorazione simile è quella conferita ai civili, istituzioni o città e paesi (medaglia al valor civile) che si sono distinti per particolari atti di coraggio civico, oppure per la partecipazione a fatti d’importanza nazionale.

Medagliere: Insieme delle decorazioni per merito di servizio raccolte da una persona, oppure da un reparto militare nel corso della sua esistenza operativa.

Milizia: Gruppo di cittadini armati, addestrati al combattimento e sottoposti a disciplina militare, che fanno parte di un corpo non permanente. Al plurale può indicare le istituzioni militari, gli eserciti o le truppe del passato (milizie paesane, milizie cittadine, ecc.).

Nastrino: Distintivo in forma di nastro di piccole dimensioni, portato normalmente cucito sopra il taschino sinistro delle uniformi militari (in alcuni casi a cavallo del risvolto della giacca, in corrispondenza dell’asola del bottone superiore), oppure appuntato all’occhiello dell’abito civile. Viene portato in sostituzione delle decorazioni o delle onorificenze conferite e possiede lo stesso colore del nastro che le sostiene.

Plotone: Suddivisione organica della compagnia, che costituisce la più piccola unità dell’esercito comandata da un ufficiale. Il plotone è composto da un numero variabile di squadre (da 2 a 4) ed è formato da circa 30 uomini. Nella documentazione militare italiana viene indicata con la sigla pl.

Raggruppamento: Complesso di forze pluriarma (in genere a livello di b brigata) costituito da unità delle varie armi con relative aliquote di servizi, che svolgono azione di supporto al combattimento (Artiglieria, Genio, Trasmissioni, ecc.). Nell’ordinamento delle Forze armate italiane ogni raggruppamento è dipendente direttamente dal COMSUP (che a sua volta fa parte del Comando delle Forze operative terrestri) e viene normalmente indicato con la sigla rgpt.

Raggruppamento di artiglieria: Insieme dei gruppi di artiglieria impegnati in un’azione di fuoco combinata.

Raggruppamento aeronautico: Insieme di tutte le unità che apparten-gono a una determinata specialità aerea (caccia, bombardieri, intercettori, ecc.), che sono poste sotto uno stesso comando.

Regione Aerea: Nell’ordinamento dell’Aeronautica Militare Italiana viene così indicato l’ente territoriale che svolge funzioni di comando e di direzione logistica amministrativa. È retta da un comando coadiuvato da uno Stato Maggiore ed è composta da un quartier generale e da sei direzioni che si occupano rispettivamente delle armi e munizioni, del commissariato, del demanio, della sanità, dei servizi e delle telecomunicazioni. Attualmente le regioni aeree sono tre e fanno capo a Milano (I), Roma (II, che comprende la regione Sardegna) e Bari (III, che comprende la regione Sicilia). Nei documenti delle Forze armate italiane viene normalmente indicata con la sigla RA.

Reggimento: Unità organica monoarma dell’esercito comandata da un ufficiale superiore con i gradi di colonnello formata in genere da due o tre battaglioni e da una serie di compagnie di supporto.

Stato Maggiore: Organismo informativo, consultivo e di coordinamento esecutivo di un comandante, diretto da un ufficiale definito Capo di Stato Maggiore, presente in tutte le unità militari a partire dalla più bassa delle Grandi Unità (brigata o equivalenti), fino al comando in capo delle Forze armate. Lo Stato Maggiore si compone di una serie di uffici comandati da relativi ufficiali che, nel rispetto dei propri ruoli e delle proprie responsabilità, concorrono a coordinare il lavoro e a mantenere costantemente informato il comandante circa qualsiasi cambiamento in atto, nonché a garantire la trasmissione dei suoi ordini ai livelli più bassi dell’unità. Lo Stato Maggiore si articola oggi in due grandi categorie: gli Stati Maggiori centrali (lo Stato Maggiore delle Difesa e i relativi organismi di Forza Armata) e gli Stati Maggiori periferici (Stati Maggiori dei comandi militari di regione e gli Stati Maggiori delle Grandi Unità. Nella documentazione militare italiana viene indicata con la sigla SM.

Stato Maggiore della Difesa (SMD): Massimo organo direttivo e di comando delle Forze armate italiane. Lo SMD si articola su una serie di organismi che dipendono direttamente dal Capo di Stato Maggiore della Difesa o su cui lo stesso esercita il comando attraverso il suo Vice (il Sottocapo di Stato Maggiore della Difesa, SSMD). Dal CSMD dipendono direttamente, oltre ai vari organi di staff, il Comando Operativo di vertice Interforze (COI); il Centro Alti Studi della Difesa (CASD) e il Centro Interforze per la Verifica degli Armamenti (CIVA); mentre direttamente subordinati al SCSMD sono il 1° Reparto personale, il 2° Reparto Informazioni e Sicurezza, il 3° Reparto Politica Militare e Pianificazione, il 4° Reparto Logistica e Infrastrutture, il 5° Reparto Affari Generali, un Reparto Telecomunicazioni Elettronica e Informatica; l’Ufficio Generale Pianificazione. Programmazione e Bilancio e un Ufficio Generale Progetto Euroformazione.

Stato Maggiore dell’Aeronautica (SMA): Stato Maggiore di forza armata preposto al coordinamento delle attività di comando e di organizzazione dell’Aeronautica Militare Italiana. Lo SMA è organizzato su quattro reparti: il 1° Reparto ‘Ordinamento e Personale’; il 3° Reparto ‘Piani e Operazioni’; il 4° Reparto ‘Logistica e Infrastrutture’ e il 5° Reparto ‘Affari Generali’. Oltre a ciò da esso dipendono la Direzione per l’impiego del Personale Militare dell’Aeronautica (DIPMA); l’Ispettorato per la Sicurezza del Volo (ISV); il Reparto Generale Sicurezza (RGS); l’Ufficio Generale di Controllo (UGECO); l’Ufficio Generale del Ruolo delle Armi e Uffici dei Capi dei Corpi (Commissariato, Sanitario e Genio) e l’Ispettorato per l’Aviazione per la Marina. Lo Stato Maggiore dell’Aeronautica è diretto da un Capo di Stato Maggiore (CSMA), ufficiale con il grado di Generale di Squadra Aerea con incarichi speciali, che è responsabile per il programma relativo all’Aeronautica Militare ai fini della predisposizione della pianificazione generale interfor-ze e per l’organizzazione e l’approntamento della Forza armata. Il CSMA è coadiuvato da un Sottocapo di SM, provvisto anch’esso di proprio Stato Maggiore.

Stato Maggiore della Marina (SMM): Stato Maggiore di forza armata preposto al coordinamento delle attività di comando e di organizzazione della Marina Militare Italiana. L’SMM si articola su una serie di organismi dipendenti rispettivamente dal Capo di Stato Maggiore della Marina (CSM) attraverso il Sottocapo di Stato Maggiore della Marina (SCSM) e in un gruppo di or-ganismi dipendenti dal CSM della Marina con coordinamento funzionale del SCSM. Della prima categoria fanno parte il 1° Reparto Personale; il 3° Reparto Pianificazione Generale; il 4° Reparto Studi, Progetti, Mezzi e Mate-riali (SPMM); il 5° Reparto Sommergibili; il 6° Reparto Aeromobili; l’Ufficio Affari Giuridici e Contenzioso (U.A.G.C.) e l’Ufficio Pianificazione e Programmazione Finanziaria (U.P.P.F.). Gli organismi con coordinamento funzionale del SCSM della Marina sono invece l’Ufficio Generale del Personale e Ispettorato Scuole; l’ufficio Affari Generali e Relazioni Esterne (U.A.G.R.E.); l’Ufficio per la Comunicazione (U.COM.); l’Ispettorato di Supporto Navale Logistico e dei Fari (NAVISPELOG); l’Ispettorato di Commissariato e Coordinamento Amministrativo (MARISPECOMMI); l’Ispettorato di Sanità (MARISPESAN) e l’Ufficio dell’Ispettore dell’Aviazione per la Marina (U.I.A.V.). Il CSMM è un ufficiale con il grado di Ammiraglio di Squadra ed è responsabile per il programma relativo alla Marina Militare ai fini della predisposizione della pianificazione generale interforze e per l’organizzazione e l’approntamento della Forza armata.

Stato Maggiore dell’Esercito (SME): Stato Maggiore di forza armata preposto al coordinamento delle attività di comando e di organizzazione dell’Esercito Italiano. L’SME si articola su cinque reparti, posti alle dipendenze del Sottocapo di SME: il Reparto Impiego del Personale (RIP); il Reparto Impiego delle Forze (RIF); il Reparto Logistico (RL); il Reparto Affari Generali (RAG) e il Reparto Pianificazione, Generale e Finanziaria (RPGF). Lo Stato Maggiore dell’Esercito è diretto da un Capo di Stato Maggiore dell’Esercito (CSME), ufficiale con il grado di Tenente Generale con incarichi speciali, che è responsabile per il programma relativo all’Esercito ai fini della predisposizione della pianificazione generale interforze e per l’organizzazione e l’approntamento della Forza armata. Nel suo operato il CSME è coadiuvato da un gruppo di cinque generali, responsabili rispettivamente degli aspetti operativi (il Comandante delle Forze Operative Terrestri), formativo di base e di specializzazione (l’Ispettore per la Formazione e la Specializzazione), logistico (l’Ispettore Logistico) e infrastrutturale (l’Ispettore per le Infrastrutture e l’Ispettore responsabile per il Reclutamento e le Forze di Completamento).

Squadra: Unità organica minima della Fanteria, costituita da un numero variabile di uomini (da sette a undici a seconda dell’ordinamento), inquadrata da un sottufficiale con i gradi di sergente (o equivalente) o da un graduato d truppa (caposquadra). A seconda delle funzioni e delle caratteristiche di com-posizione essa può assumere diverse attribuzioni (squadra assaltatori, squadra fucilieri, squadra mitraglieri, ecc.).

Tratto da: R. Busetto, Il dizionario Militare. Dizionario enciclopedico del lessico militare, Zanichelli, Bologna 2004 (disponibile in consultazione presso la Biblioteca “Lorenzo Lodi”)

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