VIDEO DEDICATO ALLE TRUPPE ANFIBIE DELLA NATO
Guarda in questo video i marines che difendono l'alleanza Nato su terra e mare. Ecco uno sguardo ad alcune delle forze marine della Nato, tra cui i "Black Devils" dei Paesi Bassi e i "Devil Dogs" della Germania.
Il Secondo Gruppo Navale Permanente della Nato è un gruppo navale multinazionale integrato che fa parte della Forza di Reazione Rapida della Nato (Nato Response Force), opera sotto il Comando della Componente Marittima Alleata (MARCOM Northwood), e costituisce una presenza continua e visibile della solidità e coesione dell’Alleanza.
Le navi della SNMG2 partecipano periodicamente all’operazione Nato Sea Guardian di contrasto al terrorismo marittimo e prendono parte a esercitazioni aeronavali organizzate dalla Nato e svolte sia nel Mediterraneo che nel Mar del Nord. Le visite nei porti stranieri sono parte del programma Partnership for Peace, Dialogo Mediterraneo e simili programmi di cooperazione internazionale.
Come dimostrazione di flessibilità di impiego, i Gruppi Standing della NATO partecipano alternativamente (con turnazione semestrale tra i due Gruppi) all’operazione Nato Ocean Shield per il contrasto alla pirateria marittima in Golfo di Aden.
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Mimetismo (Video) - Forze Speciali
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Il Goi primeggia alla sniping competition Neptune
Il Gruppo operativo incursori (Goi) della Marina Militare italiana, primeggia nella competizione internazionale sniper in contesto maritime Neptune 2023, organizzata in Francia. Nonostante la presenza di numerosi reparti d’élite delle forze speciali, provenienti da diversi Paesi del mondo, che hanno rappresentato il meglio in servizio nelle forze armate a livello internazionale, gli incursori di Marina Militare italiana si sono aggiudicati il gradino più alto del podio, confermando la loro leadership tecnica. Le capacità, l’audacia e la tenacia, evidentemente, non sono soltanto valori appartenuti ai loro valorosi antenati, ma sono riproposti quotidianamente in ambito professionale e, in questo caso, anche sportivo. Questo risultato di grande prestigio è il frutto dell’impegno costante e della ricerca continua, volta al superamento dei propri limiti, passando anche attraverso il confronto con realtà estremamente qualificate.
«Lo staff Victrix Armaments», si legge in una nota ufficiale dell’azienda di Cazzano Sant’Andrea (Bg), «rivolge le più sincere congratulazioni agli “amici” del Goi per il risultato raggiunto, rendendoci orgogliosi di aver contribuito anche in piccola parte al risultato ottenuto. Continueremo a mettere a disposizione le nostre capacità, la nostra tecnologia e il nostro know-how a tutti coloro che, come gli uomini di un reparto che tutto il mondo invidia all’Italia, hanno il coraggio e soprattutto la volontà di migliorarsi. Le stelle brillano soltanto in notte oscura»
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RECON (Unità Operativa) della
BRIGATA MARINA SAN MARCO
Si è concluso presso la Brigata Marina San Marco
il XV corso di abilitazione “RECON”
CORSO RECON (Ricognitore)
Dura 18 settimane, durante le quali i fucilieri acquisiscono le capacità di impiego in operazioni speciali e di ricognizione avanzata mediante:
ricognizioni a medio e lungo raggio; azioni dirette; demolizioni di manufatti in ambiente terrestre.
Il personale, al termine del corso, sarà impiegato nella Compagnia Nuotatori Paracadutisti. Acquisito il brevetto di abilitazione "recon", per completare l'iter formativo specialistico del "nuotatore paracadutista", il personale dovrà frequentare il corso di abilitazione SDO al COMSUBIN e il corso di abilitazione al lancio con paracadute al CEAPAR dell'Esercito Italiano.
Dicembre 2022, al termine di un lungo iter addestrativo, ha avuto luogo nella suggestiva Piazza D’Armi del Castello Svevo di Brindisi, sede del Comando della Brigata Marina San Marco, la cerimonia di conclusione del XV corso di abilitazione "RECON" condotto a favore di fucilieri della BMSM che hanno scelto di frequentare il duro percorso di crescita professionale. Dei 6 militari ammessi alla frequenza del corso, solo in 3 sono riusciti ad ottenere l’ambita abilitazione. Il corso, il più duro erogato dal Battaglione Scuole "Caorle", ente formatore della Brigata, è durato 16 settimane ed ha visto i frequentatori impegnati in numerose attività teorico/pratiche, 1000 km percorsi in marce topografiche, marce veloci, marce di resistenza, marce zavorrate e combattimento terrestre, 90 ore di attività in mare per addestramento anfibio con battelli e nuoto operativo in superficie. Il corso si è concluso con 3 esercitazioni complesse a difficoltà crescente, svolte in aree addestrative caratterizzate da differenti tipologie di terreno, per la conduzione delle quali, i frequentatori hanno dovuto applicare tutte le conoscenze acquisite durante le settimane precedenti. Sono stati valutati il carattere e l’attitudine degli aspiranti RECON testandone la resistenza ad uno sforzo prolungato e soprattutto la lucidità mentale in seguito allo stesso. La Compagnia "Nuotatori Paracadutisti", Unità d’eccellenza del 1° Reggimento San Marco, deputata alla conduzione di tutte le attività in supporto alle operazioni anfibie, dalla ricognizione anfibia alla gestione del fuoco di supporto, ha accolto con orgoglio tra i ranghi i nuovi fucilieri abilitati "RECON".
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Gli Arditi Incursori della Marin Militare Italiana
Stato Maggiore della Difesa - Italian Armed Forces
Dominio dei propri impulsi che deriva da elevate qualità morali, affinate da frequenti e realistici addestramenti durante i quali venivano sottoposti a difficoltà anche maggiori di quelle che si prevedeva dovessero incontrare nell'azione contro il nemico… (“Decima Flottiglia Mas: dalle origini all'armistizio” di Junio Valerio Borghese) Benché questa frase sia stata scritta 66 anni fa rappresenta perfettamente, ancora oggi, le caratteristiche possedute da un Ardito Incursore della Marina Militare.
Colpi di mano, capacità di intervento in mare e dal mare (unica nell’alveo delle Forze Armate italiane), incursioni in profondità in territorio nemico, ma anche blitz contro terroristi per liberare ostaggi oppure unità navali, missioni a lungo raggio per recuperare connazionali in difficoltà: sono queste le specialità degli uomini del Gruppo Operativo Incursori (GOI) posto alle dipendenze del Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei”.
Costituito nel 1952, il Gruppo Arditi Incursori, ribattezzato GOI nel 1957 (foto sotto), affonda le sue radici nelle imprese eroiche compiute dagli uomini dei Mezzi di Assalto della Marina durante le due guerre mondiali, gesta che hanno ottenuto il plauso ed il riconoscimento anche da parte dei nostri avversari, tanto che Winston Churchill, dopo la notte di Alessandria d’Egitto del dicembre 1941, ebbe a scrivere: “..sei Italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l'equilibrio militare in Mediterraneo a vantaggio dell'Asse”.
Impressionante è la lista delle operazioni che gli Incursori sono stati chiamati a condurre negli ultimi anni, anche se il maggior impegno operativo è rappresentato dalle missioni oltremare che hanno visto e vedono coinvolte le Forze Armate italiane. Somalia, Ruanda, Timor Est (foto a dx), Afghanistan e Iraq sono i teatri operativi nei quali hanno agito grazie agli ampi margini di capacità, flessibilità e autonomia operativa e logistica. Tali elementi fanno degli Arditi Incursori uno strumento unico nel loro genere di grande efficacia nella gestione di situazioni critiche in scenari a minaccia asimmetrica non convenzionale.
Infatti gli attuali scenari di conflittualità internazionale e la continua minaccia terroristica richiedono l’intervento di piccole unità non convenzionali, particolarmente addestrate ed equipaggiate. In questo difficile contesto il Gruppo Operativo Incursori costituisce uno strumento agile, particolarmente idoneo ad affrontare le sfide mutevoli del momento perché in grado di proporre soluzioni concrete capaci di soddisfare requisiti politici, militari, economici e psicologici.
Ciò è possibile in quanto gli uomini del GOI sanno operare in clandestinità o in condizioni di isolamento, in unità tattiche di ridotta entità numerica ed in contesti non permissivi o addirittura ostili. Essi sono capaci di muoversi in qualunque ambiente operativo, utilizzando gli equipaggiamenti ed i sistemi d’arma necessari all’assolvimento della loro missione.
Di massima i compiti assegnati agli Incursori, generalmente di pertinenza del livello strategico, comprendono:
- attacco ad unità navale e mercantile in porto o alla fonda con l'impiego di diversi sistemi d'arma;
- attacchi ad installazioni portuali/costiere e ad infrastrutture civili e militari entro la fascia dei 40 Km dalla costa;
- operazioni di controterrorismo navale per la liberazioni di ostaggi su unità passeggeri o mercantili e su installazioni marittime;
- infiltrazione e permanenza in territorio ostile per missioni di tipo informativo e/o di supporto al fuoco navale.
A tale scopo, il personale è interamente professionista e l'addestramento è molto duro, selettivo ed approfondito, in modo da garantire elevati standard operativi.
Di qui discendono le peculiari capacità individuali degli operatori che devono essere in grado di:
- condurre mezzi navali ed autoveicoli di vari tipi e prestazioni;
- immergersi occultamente per assaltare Unità Navali in porto, alla fonda ed in movimento;
- essere rilasciati da elicotteri con varie tecniche;
- sapersi muovere a terra in ambiente notturno e diurno, superando eventuali pareti rocciose, riuscendo a permanere occultamente in territorio avversario;
- effettuare la fuoriuscita in immersione da un sommergibile;
- aviolanciarsi con paracadute ad apertura automatica e comandata;
- impiegare qualsiasi tipo di arma, di esplosivo e cariche speciali;
Queste peculiarità hanno fanno del GOI un elemento primario nel panorama delle Forze Armate Italiane, soprattutto perché attraverso l’esperienza maturata dai Mezzi d’Assalto ha acquisito la capacità di adeguarsi alla situazione per assolvere alle missioni che il Paese, di volta in volta, gli assegnava. Esempio ne è stato l’impiego del Reparto durante gli anni di piombo e la lotta al terrorismo nazionale ed internazionale, come il sequestro dell’Achille Lauro, o quando di fatto è riuscito in brevissimo tempo ad allargare i propri orizzonti operativi implementando una capacità di proiezione globale a seguito dello sconvolgimento del mondo dettato dagli attentati del 11 Settembre 2001.
I mezzi e gli armamenti impiegati
Per poter assolvere alle missioni che gli vengono assegnate, il GOI pone particolare attenzione alla costante ricerca dei migliori equipaggiamenti e mezzi esistenti sul mercato, al fine di consentire ai propri uomini di operare nelle migliori condizioni possibili.
Pari attenzione è posta alla ricerca tecnologica e allo sviluppo di mezzi e sistemi d’arma esclusivi, necessari a soddisfare precipue necessità operative del Reparto; alcuni di questi costituiscono peraltro un segreto gelosamente custodito, quali i mezzi speciali subacquei, attualissima evoluzione tecnologica dei siluri a lenta corsa della II^ Guerra Mondiale.
Il parco equipaggiamenti, armi e mezzi, in dotazione, consiste in tutto ciò che è necessario alla condotta di operazioni speciali nelle tre dimensioni: mare, terra e cielo, con ovvia specializzazione nelle operazioni sul mare e dal mare.
Pertanto, oltre ai mezzi ruotati per la condotta di operazioni motorizzate terrestri od anfibie, quali i VTLM (Long Range Reconnaissance Patrol Vehicle) l’attenzione del GOI è particolarmente rivolta ai battelli veloci d’assalto alcuni dei quali concepiti, progettati e allestiti su specifiche del Reparto stesso o altri, anche aviolanciabili, necessari alla condotta di operazioni speciali contro obiettivi in alto mare, quali Piattaforme petrolifere Off Shore o Navi mercantili-passeggeri, così come per le infiltrazioni a terra e per operare su obiettivi costieri.
L’armeria del GOI mette a disposizione degli operatori una vasta gamma di armi, diversificate nei calibri, quali pistole, pistole mitragliatrici, fucili d’assalto in diverse configurazioni di canna, fucili di precisione semi-automatici e bolt action, lanciagranate manuali o semi-automatici, fucili calibro 12, razzi ecc..
Ogni arma può essere configurata con una vasta gamma di accessori quali: silenziatori, ottiche fisse e variabili, mirini laser, visibili e invisibili, sistemi di puntamento a intensificazione di luce e termici e ogni singolo operatore ha quindi la possibilità di configurare il proprio armamento secondo le proprie specifiche necessità.
Analoga attenzione è posta all’equipaggiamento individuale ed al vestiario operativo, laddove tessuti innovativi e materiali altamente tecnologici vengono combinati ed impiegati nelle migliori dotazioni operative esistenti sul mercato, così come nei giubbotti antiproiettile sempre più performanti piuttosto che in leggerissimi elmetti, integrati da sofisticati sistemi di visione notturna e comunicazione.
Eguale attenzione viene posta nella scelta dell’equipaggiamento e delle attrezzature subacquee alcune delle quali progettate e sviluppate all’interno di COMSUBIN stesso come il moderno autorespiratore a circuito chiuso ad ossigeno (ARO) “Caimano” attualmente adottato da tutti i Reparti di Forze Speciali nazionali.
Arditi Incursori, una storia che dura da 64 anni
Oggi gli Incursori della Marina Militare sono addestrati per operare al meglio in qualsiasi ambiente, in relazione ai teatri operativi dove ne è richiesto il loro impiego.
Da quando è stato costituito il Gruppo Arditi Incursori, a seguito delle straordinarie imprese degli uomini dei Mezzi di Assalto, le capacità operative di questi uomini si sono decuplicate, tanto da riuscire ad ottenere numerosi riconoscimenti sia dalla Nazione, che dalla Marina Militare. Due onorificenze dell’Ordine Militare Italiano, una medaglia d’Oro, due d’Argento e sei di Bronzo al Valor di Marina, una medaglia d’Oro al Merito di Marina e due medaglie d’Oro per le Vittime del Terrorismo sono le ricompense attribuite a questi uomini negli ultimi dieci anni soltanto per il contributo offerto nel teatro Afgano.
Formatisi secondo quello che la Medaglia D’oro al Valor Militare ammiraglio Gino Birindelli definì lo “Spirito del Serchio”, gli Incursori hanno fatto dell’amor di Patria, dello spirito di corpo e della dedizione al servizio il loro stile di vita. Un vita adrenalinica, ricca di soddisfazioni professionali, che è vissuta all’insegna dell’azione negli scenari operativi di tutto il mondo.
Questi uomini che dalle gesta di chi li ha preceduti hanno imparato a migliorarsi ogni giorno, rappresentano oggi uno dei Reparti di Forze Speciali più rinomati al mondo e, soprattutto, uno strumento militare insostituibile per la nostra Nazione.
Lo “Spirito del Serchio”
...Noi andavamo in mare al mattino assai presto ed alla sera a buio fitto, dedicando il lavoro nelle ore di luce al continuo perfezionamento di ogni strumento e quello notturno all'addestramento alle vere e proprie operazioni belliche, di cui studiavamo le tattiche.... Al Serchio si era creata, in modo vero, profondo e sincero, quella "banda di fratelli che costituiva un ideale dei giovani allievi dell'Accademia Navale" ed essere uniti come consanguinei non era retorica, come non lo era il volere dare in ogni possibile modo tutto quello che si poteva ad un'Italia che amavamo sopra ogni cosa. Là si creò quello" spirito del Serchio" che nessuno di noi ha mai potuto dimenticare. (“Vita di Marinaio” di Gino Birindelli).
Come si diventa Incursore
Per diventare Incursori della Marina Militare occorre innanzitutto volerlo, poi occorre superare un corso della durata di circa un anno che si svolge presso la Scuola Incursori di COMSUBIN e, successivamente, un ulteriore corso integrativo svolto direttamente al Reparto operativo della durata di circa sei mesi.
Il corso è aperto a tutti i marinai che non abbiano superato il ventinovesimo anno di età alla data di inizio del corso e che risultino idonei alle visite mediche attitudinali. Questi possono essere inquadrati sia nei ruoli ufficiali, marescialli, sergenti o truppa in servizio permanente, che nel personale volontario in ferma prefissata (VFP 4 che non abbia superato il terzo anno di ferma alla data di inizio del corso), nonché al personale volontario a ferma annuale (VFP 1) che abbia mostrato particolare predisposizione in seno alle fasi d’arruolamento. Per questi ultimi il superamento del corso Incursori da titolo per il passaggio in servizio permanente effettivo (SPE).
Il test d’entrata. Il test non è uno sbarramento invalicabile, anche se la forma fisica è un requisito cui l’aspirante Incursore dovrà dedicare parecchie ore della sua giornata, anche in fase di preparazione al corso. Le prove selettive consistono in:
un tuffo di piedi da un trampolino di 5 metri
una prova di nuoto a stile libero
una corsa di 300 metri da coprire in meno di 47 secondi
lo svolgimento di trazioni alla sbarra
l’esecuzione di piegamenti sulle braccia e addominali
una salita su di una fune di altezza 5 metri
una prova di salto in alto.
Superato il test d’entrata, nella seconda metà del mese di gennaio di ogni anno inizia il corso Ordinario Incursori, suddiviso in quattro fasi (combattimento terrestre, combattimento in acqua, fase anfibia, condotta di operazioni complesse), che fornirà ai futuri Arditi una preparazione di base che li metterà in grado di entrare nelle squadre operative del GOI ove integreranno le proprie conoscenze e capacità a quelle possedute dal Reparto per acquisire la “combat read iness”.
Prima fase - combattimento a terra. Della durata di dodici settimane, prevede il superamento di numerosi test fisici, la formazione all’impiego delle armi e degli equipaggiamenti, la conoscenza della topografia e più in generale tutto quello che concerne il movimento tattico individuale e di pattuglia sul terreno. In questa fase si cominciano a sviluppare le tecniche di difesa personale e si acquisiscono i primi rudimenti di movimenti su parete rocciosa che saranno perfezionati nel prosieguo del corso. La giornata tipo comincia all’alba con corsa e ginnastica e prosegue con lezioni teoriche e attività pratica diurna e notturna. Mano a mano che si acquisiscono nuove capacità operative aumentano anche la preparazione fisica e le difficoltà da superare, fino a condurre una prova finale di 40 chilometri di marcia notturna da svolgere in non più di7 ore, con un carico di 18 chili di equipaggiamento.
Seconda fase - combattimento in acqua. E’ la fase più dura e selettiva. Dura tredici settimane. L’attività è dedicata prevalentemente al nuoto in superficie e in immersione, sia di giorno che di notte. In questa fase gli allievi devono dimostrare di essere a loro agio sott’acqua e di saper coprire lunghe distanze a nuoto coni propri equipaggiamenti. L’allievo acquisisce anche capacità di condurre gommoni veloci e viene sottoposto a un esame pratico e teorico durante il quale dovrà dimostrare di avere appreso, tra l’altro, anche nozioni di nautica e aerofotografia.
Terza fase - fase anfibia. Della durata di dodici settimane. Questa è il periodo nel quale gli allievi devono apprendere le tattiche e tecniche per transitare dal mare alla terra e viceversa, perfezionando inoltre le loro conoscenze all’impiego dei diversi tipi di armi speciali in dotazione ed acquisendo, infine, esperienza sia nel tiro mirato che in quello istintivo/operativo. In questa fase i frequentatori del corso imparano ad utilizzare gli esplosivi e le cariche da demolizione, nonché ad operare da ed con gli elicotteri. Questo momento formativo si conclude con tre esercitazioni notturne di ricognizione o di attacco di tipo anfibio, contro obiettivi sulla costa e/o Unità Navali.
Quarta fase – condotta delle operazioni. Per 15 settimane gli allievi dovranno dimostrare di aver acquisito la capacità d’integrare quanto appreso durante il corso mettendolo in pratica in ogni ambiente operativo, dimostrando di saper pianificare un’operazione speciale e di conoscere come gestire i mezzi per essa necessari. Gli ultimi test consistono in una complessa esercitazione finale e in una verifica scritta e orale su quanto appreso durante tutto il corso. A chi è giudicato idoneo viene consegnato, durante una solenne cerimonia, il brevetto e l’ambìto basco verde da incursore, transitando poi nelle file del prestigioso Gruppo Operativo Incursori.
Le specializzazioni. Al GOI i neo brevettati integrano la loro preparazione frequentando il corso di paracadutismo presso il Centro Addestramento Paracadutisti della Folgore e continuando la formazione sulle tecniche, tattiche e procedure operative in uso al Reparto. E’ in questo momento, inoltre, che i neo-incursori cominciano ad operare con gli equipaggiamenti e i mezzi ad alta classifica di segretezza del Reparto. Infine entrato nelle squadre operative ed acquisita la “combat read iness” la formazione di un Incursore continua durante tutta la sua carriera attraverso la frequenza di un numero elevato di corsi (ad esempio di paracadutismo ad apertura comandata, di rocciatore, di tiratore scelto, esperto in soccorso medico ecc…) svolti in Italia e all’estero presso le migliori scuole militari e civili.
Sede Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei”.
Gli incursori della Marina Militare si allenano con il campione di MMA Alessio Sakara
Alessio Sakara e gli Incursori della Marina Militare Italiana
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REGGIMENTO LAGUNARI "SERENISSIMA"
LA STORIA
I Lagunari sono l'unico reparto d'assalto anfibio dell'Esercito Italiano, mentre i Fucilieri di Marina del 1º Reggimento della Brigata marina "San Marco" fanno parte della Marina Militare. Tra i due reparti vi è però sia una comunanza di impiego (sono unità anfibie), sia la comunanza dei simboli (i simboli di Venezia).
Mezzi anfibi dei lagunari
I Lagunari si riallacciano alle tradizioni marinare della fanteria di marina della Serenissima Repubblica di Venezia istituiti dal doge Enrico Dandolo nel 1202 e trasformati nel corso del XVI secolo in Fanti da Mar. Questa illustre tradizione viene evidenziata dalle mostreggiature che i Lagunari portano sulle uniformi e che rappresenta il leone alato di Venezia visto di fronte (in moleca).
Oltre ai simboli sulle uniformi i moderni Lagunari usano il grido di battaglia "San Marco!" che dal 1951 pronunciano nel presentare le armi (i "Fanti da mar" erano soliti gridare "Viva San Marco!" dopo ogni vittoria sul campo di battaglia). L'istituzione dei "Fanti da Mar", che si può far risalire agli inizi del XVI secolo, era stata resa necessaria dal ruolo centrale giocato dalla "Serenissima" nel contesto internazionale e della necessità di difendere i domini oltremare da eventuali attacchi provenienti dall'Impero Ottomano. Questo richiamo ai forti veneziani oltremare è riportato attualmente nel simbolo araldico ufficiale del reggimento.
Durante la seconda guerra mondiale per la progettata invasione di Malta l'alto comando nel 1942 prevedeva una forza da sbarco che insieme al Reggimento San Marco della Regia Marina comprendeva un reparto da sbarco della MVSN, il Gruppo Battaglioni "M" di Camicie Nere da Sbarco e la divisione di Fanteria Superga (91º e 92º Fanteria), che per alcuni mesi si addestrarono in Corsica.
Il settore Forze Lagunari
Nel dopoguerra, il 15 gennaio 1951, fu costituita un'unità interforze: il "Settore Forze Lagunari" comprendente personale dell'Esercito (battaglioni "Piave" e "Marghera" e Compagnia mezzi anfibi) e della Marina Militare (Battaglione "San Marco"), con comando affidato ad un Contrammiraglio. I "marò" del San Marco costituivano la componente anfibia "pura", mentre i Lagunari dell'Esercito quella meccanizzata anfibia. Nel periodo della guerra fredda la funzione dei Lagunari era principalmente quella di proteggere le coste lagunari e paludose delle Venezie e dell'Alto Adriatico dalle eventuali minacce anfibie provenienti dai vicini paesi del Patto di Varsavia nonché di effettuare l'aggiramento anfibio sul fianco del settore italiano lungo l'Adriatico. Per questo motivo le unità lagunari sono state dotate fin dal 1951 di veicoli di assalto anfibio LVTP 4 (i primi veicoli di assalto anfibio sono stati gli Mk4 "Buffalo" americani utilizzati dai Marines americani nel Pacifico durante la Seconda guerra mondiale).
Il 1º luglio 1957, il "Settore Forze Lagunari" perse ogni componente della Marina Militare che venne rimpiazzata dal Battaglione "Isonzo".
Il 1º settembre 1957, il settore, pur conservando gli stessi compiti operativi, muta organico assumendo la denominazione di "Raggruppamento Lagunare" articolato su Comando, Compagnia comando, Compagnia addestramento, Compagnia trasmissioni, due battaglioni anfibi lagunari "Marghera" e "Piave" e il Battaglione motorizzato "Isonzo" articolato a sua volta su due Compagnie autoportate e una Compagnia anfibia.
Il 1º maggio 1958 viene costituito il reparto Lagunare d'Appoggio con le compagnie mezzi corazzati anfibi e natanti (mezzi da sbarco, gommoni etc).
Il 25 ottobre 1959, in Piazza San Marco a Venezia, al Raggruppamento Lagunare venne consegnata in forma solenne la Bandiera di guerra.
Il reggimento
Il 25 ottobre 1964 viene costituito il Reggimento Lagunari "Serenissima" composto da Comando Reggimento, Compagnia Reggimentale e Compagnia Trasmissioni con sede alla "G. Pepe", Compagnia trasporti anfibi con sede all'isola di S. Andrea e distaccamento di Cà Vio; tre Battaglioni anfibi "Marghera", "Piave" e "Isonzo", con sede rispettivamente a Malcontenta, Mestre, Villa Vicentina, e infine il XXII Battaglione carri "Serenissima", con sede a San Vito al Tagliamento, erede del XXII Battaglione carri "Maggiore Coralli" del Regio Esercito attivo dal 1935 e il 1944, che nel corso della seconda guerra mondiale era stato destinato in Libia partecipando alla campagna del Nordafrica. I battaglioni "Marghera", "Piave" e "Isonzo" vennero ciascuno equipaggiati con VTT M113 e in alternativa un plotone mezzi anfibi e battelli. Con i plotoni mezzi anfibi dei battaglioni dislocati nella base di Cà Vio e con il plotone battelli degli stessi battaglioni, insieme al plotone natanti dislocati sull'isola di Sant'Andrea, si costituisce la Compagnia trasporti anfibi.
I Lagunari dell'Esercito ricevettero dal Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Italiano, il generale di corpo d'armata Aloia, la denominazione di Reggimento Lagunari "Serenissima", unitamente al compito di custodire e perseverare le tradizioni delle milizie imbarcate della Serenissima Repubblica: i "Fanti da Mar" che hanno combattuto per Venezia durante 800 anni. Infatti il simbolo dei Lagunari è il leone di Venezia che impugna la spada e tiene una zampa sul libro chiuso. Alla caserma "Andrea Bafile" di Villa Vicentina, sede di addestramento del Battaglione San Marco, la Marina Militare inviò il personale di leva reclutato ed assegnato al gruppo 13º della Marina Militare (i Marò del Battaglione "San Marco") fino al secondo contingente 1963.
Reparto di lagunari alla fine degli anni '80
Il 1º settembre 1975, a seguito di provvedimenti conseguenti alla ristrutturazione dell'Esercito Italiano, il Battaglione "Marghera" fu sciolto e il 20 ottobre anche il Reggimento Lagunari si sciolse per costituire il "Comando Lagunari Truppe Anfibie", articolato su Compagnia comando Lagunari "Truppe Anfibie", Battaglione anfibio "Sile", costituitosi per la trasformazione della Compagnia trasporti, mentre il Battaglione "Piave", assunto l'organico di battaglione meccanizzato, dava vita al 1º Battaglione Lagunari "Serenissima" che ereditò la Bandiera di Guerra del Reggimento. Il Battaglione "Isonzo" assunse, a sua volta, l'organico di battaglione meccanizzato cambiando la sua denominazione in 41º Battaglione meccanizzato "Modena" e venne inquadrato nella neo costituita Brigata meccanizzata "Gorizia", nella quale confluì anche il XXII Battaglione carri ridenominato 22º Battaglione carri "M.O. Piccinini", riconfigurato da battaglione lagunare–carrista a battaglione prettamente carrista, che nel corso del terremoto del Friuli del 1976 si distinse nelle operazioni di soccorso ai feriti e ai superstiti e nella rimozione delle macerie, limitando i danni della grave sciagura
Il 25 giugno 1984, con D.P.R. venne sancito il riconoscimento della Specialità "Lagunari" a partire dal 9 gennaio 1951 e il 26 agosto dello stesso l'Ordinario Militare per l'Italia dichiarò San Marco patrono delle "Truppe Anfibie".
Lagunari in piazza a Venezia
Nel 1992, sempre nell'ambito di provvedimenti ordinativi riguardanti la riorganizzazione dell'Esercito, vennero soppressi il Battaglione Lagunari "Serenissima" e il Battaglione mezzi Anfibi "Sile" e ricostituito il Reggimento Lagunari "Serenissima"[3] articolato su: Comando di Reggimento e Compagnia Comando e Servizi, con sede a Venezia Lido, Comando I Battaglione lagunari, su tre Compagnie fucilieri e una Compagnia mortai pesanti con sede in Malcontenta di Mira, Compagnia mezzi nautici con sede sull'Isola delle Vignole. Sempre nell'ambito della stessa ristrutturazione dell'Esercito il 22º Battaglione carri "M.O. Piccinini", erede del XXII Battaglione carri "Serenissima", nel 1992 diede vita al 2º Reggimento carri.
Il Reggimento Lagunari "Serenissima" venne posto alle dirette dipendenze del 5º Corpo d'Armata di Vittorio Veneto fino al dicembre del 1997, quando, dopo aver ricevuto, fra i primi reparti dell'Esercito, personale volontario in sostituzione di quello di leva, passò alle dipendenze del Comando delle Forze di Proiezione.
La ristrutturazione
Lagunari in esercitazione "Trident Juncture"
Nell'ambito della ristrutturazione organica, che previde la trasformazione del Reggimento in un'unità di fanteria leggera e la ridislocazione su tre sedi, dal 18 maggio 1999 il Comando reggimento, la Compagnia comando e servizi "Venezia" e la Compagnia mortai pesanti "Adria" sono state ridislocate nella nuova sede della caserma “Matter” di Mestre, il Comando del I Battaglione Lagunari, la 1ª Compagnia anfibia "Marghera", la 2ª Compagnia anfibia "Piave" e la 3ª Compagnia anfibia "Isonzo", sono state ubicate nella caserma "Bafile" di Malcontenta di Mira, mentre la Compagnia mezzi nautici "Sile" nella caserma "S. Andrea" dell'Isola delle Vignole. Sempre nel progetto di riconfigurazione il 1º settembre 2000 venne costituita la Compagnia controcarro presso la caserma “Matter” in Mestre.
Una serie di mezzi da sbarco AAV7 durante esercitazioni dei Lagunari
Dal 1º dicembre 2000 il Reggimento Lagunari è inquadrato nella Brigata di cavalleria "Pozzuolo del Friuli" posta alle dipendenze del 1º Comando delle forze di difesa con sede in Vittorio Veneto.
Dal 2007 operativamente è parte della grande unità interforze Forza di proiezione dal mare con la Brigata marina "San Marco".
Organizzazione
La base anfibia di S. Andrea
Oggi il Reggimento è composto interamente da personale volontario. Il Comando di Reggimento, la Compagnia Supporto alla manovra e la Compagnia Comando e Supporto Logistico sono collocate presso la caserma "Matter" di Mestre. Il Comando del Battaglione, la 1ª Compagnia anfibia "Marghera", la 2ª Compagnia anfibia "Piave" e la 3ª Compagnia anfibia "Isonzo", sono collocate nella caserma "Bafile" di Malcontenta; la Compagnia supporti tattici anfibi è collocata presso la base anfibia di S. Andrea in Venezia sull'isola delle Vignole:
Comando di Reggimento (Mestre)
Compagnia comando e supporto logistico
Compagnia esploratori anfibi
Compagnia supporti tattici anfibi (Isola delle Vignole)
Compagnia corsi
Battaglione lagunari (Laguna di Venezia)
1ª Compagnia anfibia "Marghera"
2ª Compagnia anfibia "Piave"
3ª Compagnia anfibia "Isonzo"
Compagnia supporto alla manovra
Descrizione unità militare
Lagunari in missione in Kosovo
I Lagunari sono in grado di operare in piena autonomia su ogni tipo di terreno e, grazie ai mezzi anfibi e speciali e al particolare addestramento, il Reggimento Lagunari è un elemento chiave delle forze di dispiegamento rapido della Difesa italiana, capace di raggiungere velocemente ed essere immediatamente pronto al combattimento su ogni tipo di territorio nel mondo. I Lagunari sono una unità specializzata nelle operazioni anfibie. Dispongono di natanti d'assalto e di mezzi anfibi. Il Reggimento Lagunari "Serenissima" è particolarmente addestrato ad agire in contesti ove la presenza di due elementi (terra e acqua) limita l'impiego dei normali reggimenti di fanteria. La mobilità operativa in acqua è la principale caratteristica delle unità lagunari. I Lagunari possono agevolmente operare in acque interne nelle classiche operazioni "riverine" (fiumi, laghi e lagune) e in mare ed assolvere i tipici compiti di fanteria da assalto anfibio (Marines) in diversi contesti operativi. Per questo motivo è indispensabile per la permanenza presso il Reggimento Lagunari il conseguimento del brevetto di Qualificazione Anfibia.[4]
Il Reggimento, essendo per l'impiego di natura bivalente, coopera con le altre unità della brigata Pozzuoli del Friuli e con la componente anfibia della Marina.[5]
Mezzi
AAV7, mezzo anfibio dei Lagunari
Come unità di fanteria, il Reggimento è ancora equipaggiato con cingolati VCC2 ed è capace di condurre tutti i ruoli tipici di un'unità di fanteria meccanizzata. Comunque, dato il recente programma di riorganizzazione, il Reggimento si sta trasformando in un'Unità di fanteria leggera equipaggiato con veicoli ruotati VTLM.
Come unità anfibia il Reggimento è dotato di AAV7 (un particolare veicolo cingolato da trasporto truppe con piena capacità anfibia e con la possibilità di trasportare fino a 21 soldati), natanti da sbarco, motoscafi rigidi, battelli pneumatici (Zodiac Marine and Pool) e kayak impiegati per operazioni anfibie. Tali operazioni si estrinsecano attraverso operazioni di sbarco su spiagge ostili o in alternativa raid anfibi e altre operazioni condotte da elementi specializzati. Per soddisfare questi compiti i soldati di ogni grado assegnati al Reggimento devono superare uno specifico corso di qualificazione allo scopo di ottenere l'abilità necessaria per fronteggiare le sfide tipiche delle operazioni anfibie.
Operazioni all'estero
Il Reggimento ha anche preso parte a esercitazioni combinate in territorio nazionale o all'estero, dove i Lagunari hanno operato in quasi tutti gli ambienti, dalle valli europee, alle foreste canadesi alle spiagge del Mediterraneo, al deserto egiziano e dalle paludi dell'Estonia alle Alpi innevate. Come unità di leva, il Reggimento è stato coinvolto in quasi tutte le calamità naturali come terremoti, alluvioni, operazioni in supporto alla Polizia per la lotta alla criminalità organizzata. Divenuta un'unità di professionisti, il Reggimento ha cominciato a proiettarsi in operazioni fuori dal territorio nazionale.
Dal giugno al dicembre 1998 la 3ª Compagnia anfibia ha preso parte all'operazione in Bosnia ed Erzegovina a Sarajevo come parte del contingente italiano nell'operazione NATO/SFOR (Constant Forge).
Dall'ottobre 1999 al febbraio 2000 l'intero Reggimento è stato ridislocato a Đakovica, in Kosovo per la operazione NATO/KFOR (Joint Guardian). Da febbraio a giugno 2001 è stato impiegato a Peć e Klina, in Kosovo (Consistent Effort).
Dal novembre 2002 il reggimento è stato nuovamente schierato in area kosovara nelle municipalità di Peć, Klina e Goraždevac per l'operazione "Decisive Endavour".
Dal giugno 2003 al maggio 2005 unità del Reggimento a livello plotone o compagnia hanno preso parte all'operazione "Antica Babilonia", nella città di Nassiriya, in Iraq.
L'intero Reggimento è stato impiegato nel periodo maggio-settembre 2004 nel governatorato di Dhi Qar nel sud dell'Iraq; in quest'ultima operazione hanno perso la vita il capitano Massimo Ficuciello ed il 1º caporale maggiore Matteo Vanzan.
AAV7 dei lagunari in SENEGAL
In data 21 giugno 2006 è stata concessa al Reggimento Lagunari "Serenissima" la Medaglia d'argento al valore dell'Esercito per le attività svolte nel periodo 1951-2003.
Da settembre 2006 ad aprile 2007 il Reggimento è stato impegnato nell'ambito dell'Operazione "Leonte", nel Libano del Sud, per garantire le condizioni di sicurezza e stabilità necessarie per l'applicazione e il rispetto della risoluzione 1701 delle Nazioni Unite.
Il 25 giugno 2008, con una solenne cerimonia in Piazza San Marco a Venezia, è stata conferita alla Bandiera di Guerra del Reggimento la Medaglia d'oro al valore dell'Esercito per i fatti dell'agosto 2004 in Iraq.
Dal 2008 al 2009 il Reggimento è stato ancora impegnato nell'ambito dell'Operazione "Leonte", nel Libano del Sud.
Nel 2010-2012 è stato impiegato nell'Operazione ISAF in Afghanistan nella provincia di Farah dove ha operato per sei mesi.
Nel 2013 il Reggimento ha operato ancora nell'ambito dell'Operazione "Leonte", nel Libano meridionale.
Nel 2019 il Reggimento veniva impiegato di nuovo in Afghanistan nell'operazione "Resolute Support"
Lagunare in missione in Libano posa dietro un AAV7
Nel 2020 - 2021 è impiegato con piccole unità a Venezia nell'Operazione Strade Sicure in supporto alle Forze dell'Ordine.
Nel 2022 il Reggimento viene impiegato sia in Libano che in Somalia. Nel Libano del sud alla guida di "Unifil Italbatt" sotto bandiera ONU per monitorare il rispetto del cessate il fuoco ed il rispetto della Blue Line (Risoluzione 1701 dell'11 agosto 2006 Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite), In Somalia nell'ambito della "Missione EUTM-S con le attività di Advising, Mentoring e Training, contribuisce allo sviluppo delle capacità di controllo del territorio da parte delle Forze di sicurezza somale.
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ITALIAN SPECIAL FORCES
- Tier 1:
- 9° Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin" (Army)
- Gruppo Operativo Incursori (Navy)
- 17° Stormo Incursori (Air Force)
- Gruppo Intervento Speciale (Carabinieri Corp)
- Tier 2:
- 185° Reggimento paracadutisti ricognizione acquisizione obiettivi (Army)
- 4° Reggimento alpini paracadutisti (Army)
Le Forze speciali italiane sono unità delle forze armate italiane appositamente designate a condurre operazioni speciali e gli appartenenti a queste unità hanno la speciale qualifica di "incursore".
Il Comando Interforze per le operazioni delle Forze Speciali, in acronimo CO.F.S., è una struttura delle forze armate italiane alle dipendenze gerarchiche dirette dello Stato Maggiore della Difesa, che coordina e gestisce le Forze Speciali Italiane, il TIER 1. Nella dottrina italiana le Forze Speciali “FS - TIER 1” sono esclusivamente: Il 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin" dell'Esercito Italiano, che rappresenta l'unità di maggiore consistenza organica nonché il naturale protagonista delle Operazioni Speciali che si sviluppano in ambiente terrestre.
Il G.O.I., Gruppo Operativo Incursori del COM.SUB.IN., della Marina Militare, creato e strutturato, fin dalla sua nascita, per operare prevalentemente in ambiente marittimo. Il 17ºStormo Incursori dell'AeronauticaMilitare, che, benché di recente costituzione, trae le proprie origini e tradizioni dagli ADRA, Arditi Distruttori Regia Aeronautica, del secondo conflitto mondiale.
Il G.I.S., Gruppo di Intervento Speciale, dell'Arma dei Carabinieri, creato negli anni '70 per contrastare il terrorismo che affliggeva, in quel periodo, l'Italia.
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G.I.S. - Gruppo d'Intervento Speciale - Carabinieri
Il Gruppo Intervento Speciale è stato istituito il 6 febbraio 1978, in piena emergenza terrorismo, per impulso dell’allora Ministro dell’Interno On. Francesco Cossiga, per garantire un strumento per la risposta all’incremento dei fenomeni terroristici e delle forme di disturbo dell’ordine pubblico e sicurezza pubblica, per la condotta di operazioni antiterrorismo e antiguerriglia, con carabinieri tratti dall’allora 1° Battaglione Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”, dal quale tutt’oggi provengono gli operatori del GIS.
Dal 1984, il Ministro dell’Interno decretò il GIS quale unica Unità Intervento Speciale (Un.I.S.) antiterrorismo della Difesa in favore del Ministero degli Interni.
La storia del Reparto continuò attraverso gli anni di piombo, caratterizzati dalla recrudescenza del terrorismo interno, durante i quali condusse operazioni risolutive come quella per la riacquisizione del controllo del supercarcere di Trani, battesimo del fuoco per il neocostituito Reparto (1980), alla quale seguirono ripetuti interventi per la liberazione ostaggi, condotti a seguito di sequestri di persona a scopo di lucro e dimostrativi. Ad essi sono succedute numerose operazioni per il contrasto alla criminalità organizzata con la cattura di pericolosi latitanti e boss di mafia, condotte a supporto delle componenti investigative e anticrimine dell’Arma, così come per la condotta di operazioni di polizia ad alto rischio, scenari ove il GIS ha continuato a confermare la sua versatilità e affidabilità.
Il GIS, sin dalla sua fondazione, ha inoltre continuato a condurre, in Italia e all’estero, servizi di scorta e protezione in favore delle più alte cariche dello Stato italiane e straniere in visita. Dal 1997, lo speciale reparto è stato impiegato, come punta di diamante dell’Arma, nei più complessi e delicati teatri operativi esteri in Albania, Bosnia, Kosovo e Iraq.
A partire dal 2004, con l’entrata nel comparto Operazioni Speciali della Difesa, il GIS ha quindi suggellato la sua doppia natura di Reparto paracadutisti ed Incursori affianco a quella storica di Unità di Intervento Speciale di polizia. Veniva così cristallizzata quella doppia anima che rimarrà la sua caratteristica distintiva, anche in ambito internazionale.
Da quel momento continueranno gli impieghi dello speciale reparto dell’Arma, sotto il Comando Interforze per le Operazioni delle Forze Speciali (COFS), nei più impegnativi Teatri Esteri, a fianco delle altre forze speciali italiane ed in particolare, in Afghanistan, Iraq, Djibouti, Libano e Niger.
In data 22 maggio 2020, il Presidente della Repubblica ne suggellava l’identità di Unità combattente concedendogli la Bandiera di Guerra che, per la professionalità ed il valore dimostrati, il 20 ottobre 2020, veniva insignita della decorazione di Cavaliere dell’”Ordine Militare d’Italia”.
Il GIS è inquadrato amministrativamente nella 2° Brigata Mobile Carabinieri. Per l’impiego d’emergenza dipende direttamente dal Capo di SM del Comando Generale dell’Arma. In tale ambito, può essere attivato, sempre dal Comando Generale, per esigenze di supporto ai reparti territoriali e anticrimine dell’Arma per attività di PG ad alto rischio ovvero del Ministero degli Interni, quale Un.I.S. o del COFS, quale Reparto FS della Difesa.
Il Reparto mantiene una dimensione ed un’articolazione adeguate ad assicurare elevatissimi standard umani e professionali, nonché un impiego veloce, flessibile e coeso delle forze. Attualmente, oltre al Comandante, alla sua segreteria e ad articolazioni tecniche e di supporto, il Reparto è articolato in Sezioni dedicate alle operazioni e alle attività addestrative, tra le quali la formazione in tema di servizi di protezione e guida di sicurezza per tutto il personale dell’Arma e altri enti dello Stato.
In seno al GIS vi è inoltre un Nucleo Negoziatori costituito da operatori con spiccate capacità comunicative, particolare equilibrio psico-fisico e padronanza delle lingue straniere, che dopo un rigoroso iter selettivo interno, partecipano a corsi di negoziazione all’estero. Il Nucleo Negoziatori si occupa anche di selezionare e formare i Negoziatori di primo livello inquadrati presso i Comandi Provinciali dell’Arma territoriale.
In Italia, il GIS rappresenta, sotto la direzione del Comando Generale dell'Arma, il fulcro del dispositivo d’intervento antiterrorismo dell’Arma dei Carabinieri, in grado di dispiegare, in poche ore, sull'intero territorio nazionale, una Unità di Intervento Speciale fino a livello di Gruppo Tattico Antiterrorismo, implementabile in formato interforze e interagenzia, a composizione variabile, dalle decine alle centinaia di militari, composto dal GIS e dalle forze in suo supporto tattico, rappresentate dal Reggimento CC par Tuscania, dalle API e dalle SOS, dalle unità di polizia robusta dell’organizzazione mobile, delle altre organizzazioni dell’Arma.
Il Reparto, grazie alla sua doppia anima di Forza Speciale e Unità Speciale di polizia, continua ad adeguare le sue capacità per poter al meglio fronteggiare le minacce non convenzionali ed ibride poste dall’attuale contesto nazionale e internazionale e, come recita il suo motto, “In Singuli Virtute Aciei Vis”, nelle capacità del singolo trae la forza il gruppo, continua a individuare il suo fattore di successo nelle virtù di ogni singolo suo uomo.
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9º Reggimento d'assalto paracadutisti
"Col Moschin"
Il 9° Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin” è un precursore dei reparti di Forze Speciali dell’Esercito italiano. Vediamo com’è formato e quali sono le durissime prove di selezione.
Cos’è il 9° Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”
Il 9° Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin” è il reparto incursori Tier 1 dell’Esercito italiano. Costituisce il precursore dei reparti di Forze speciali italiani dal 1954. Il Reggimento “Col Moschin” è nel Comando delle Forze speciali dell’Esercito e per l’attività operativa dipende dal COFS, ossia il Comando interforze per le operazioni delle forze speciali.
La base del 9° Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin” è a Livorno, presso la caserma Vannucci. Esiste anche un centro d’addestramento a Pisa, nell’ex tenuta presidenziale del parco regionale di San Rossore, che è chiamato Base addestramento incursori.
In questo centro d’addestramento sono svolte le attività anfibie e subacquee del Reggimento, sfruttando la vicinanza del fiume Arno.
Cosa fa il 9° Reggimento d’assalto paracadutisti “Col Moschin”
Il Reggimento è stato spesso protagonista di numerose operazioni speciali e di antiterrorismo in tutto il mondo ed è anche l’unico ad aver partecipato a tutte le missioni all’estero portate avanti dall’Esercito italiano fin dal primissimo dopoguerra.
Il Reggimento “Col Moschin” è organizzato su tre battaglioni:
1° Battaglione Incursori;
Battaglione Operativo Supporto (Compagnia Comando e Supporto Logistico, Compagnia C4);
Reparto Addestramento Forze per le Operazioni Speciali RAFOS (Base Addestramento Incursori).
La selezione per entrare nel Reggimento “Col Moschin”
I candidati sono sottoposti ad un iter selettivo che dura 21 giorni e si svolge al centro di addestramento BAI di Pisa, ossia la Base Addestramento Incursori. Dopo questi 21 giorni, inizia un ciclo di formazione che dura più o meno due anni.
I candidati sono sottoposti ad un iter selettivo che dura 21 giorni e si svolge al centro di addestramento BAI di Pisa, ossia la Base Addestramento Incursori. Dopo questi 21 giorni, inizia un ciclo di formazione che dura più o meno due anni.
Selezione e addestramento iniziale sono durissimi e avvengono insieme ai candidati per il 185° Reggimento Paracadutisti Ricognizione Acquisizione Obiettivi Folgore e il 4° Reggimento Alpini Paracadutisti Btg Monte Cervino. Dopo la prima fase, ogni Reggimento si differenzia come tipo di preparazione.
Le prove di selezione per entrare nel Reggimento “Col Moschin”
La fase selettiva per il Reggimento “Col Moschin” prevede il superamento delle seguenti prove:
corsa piana 2.000 m in 8 minuti e 20 secondi;
10 trazioni alla sbarra minimo con impugnatura prona;
un minimo di 30 piegamenti in 1 minuto;
un minimo di 10 piegamenti alle parallele in 1 minuto;
un minimo di 40 piegamenti addominali in un minuto;
salita alla fune come prova di sbarramento (4 metri entro 1 minuto e 45 secondi, qualunque sia la tecnica impiegata);
minimo 120 cm di salto in alto (qualunque sia la tecnica impiegata);
7.000 metri di marcia celere in uniforme da combattimento e servizi entro 45 minuti;
una marcia zavorrata di 10 km con 10 kg di zaino entro 1 ora e 20;
una prova di apnea in piscina con uniforme da combattimento, servizi e senza stivaletti (come prova di sbarramento);
una prova di galleggiamento in uniforme da combattimento come ulteriore prova di sbarramento;
una prova di nuoto 50 metri in 2 minuti e 15 secondi in uniforme da combattimento e servizi senza stivaletti (qualunque sia lo stile adottato).
I candidati che superano i test si sottopongono poi a una fase formativa che prevede addestramenti speciali, tra paracadutismo e altre discipline, e una fase specialistica che forma le Forze speciali.
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